Vitamina D fertilità: un ruolo cruciale nella salute riproduttiva delle donne
La vitamina D è un ormone cruciale per la salute e la mineralizzazione delle ossa, ma negli ultimi anni, il suo ruolo nella fertilità femminile ha attirato l'attenzione dei ricercatori. Questo articolo esplora l'importanza della "Vitamina D Fertilità" e come la sua carenza potrebbe influenzare la salute riproduttiva delle donne. Scopri come i livelli di vitamina D possono essere collegati all'ovaio policistico e all'insulinoresistenza, e come l'integrazione di questa vitamina potrebbe influenzare la ricettività dell'endometrio. Inoltre, esplora come la stagionalità dei livelli di vitamina D potrebbe avere un impatto sulla capacità riproduttiva umana.
Negli ultimi anni, le azioni extrascheletriche della vitamina D hanno suscitato un significativo interesse scientifico. La scoperta che il recettore della vitamina D e gli enzimi necessari per la produzione della forma attiva della vitamina D sono espressi in quasi tutte le cellule e i tessuti umani, ha collegato l'insufficienza/carenza di vitamina D a molte malattie croniche come il cancro, le malattie autoimmuni e infettive, malattie cardiovascolari e diabete mellito. Si stima che la carenza di vitamina D colpisca circa il 50% della popolazione mondiale.
I dati derivanti da studi condotti sia sugli animali sia sull'uomo indicano un potenziale ruolo della vitamina D nella fertilità femminile. In questo contesto, i dati epidemiologici hanno dimostrato una stagionalità nella capacità riproduttiva umana, che potrebbe essere parzialmente spiegata dalla variazione stagionale dei livelli di vitamina D.
Prove crescenti suggeriscono che la vitamina D sia associata a varie caratteristiche metaboliche e riproduttive dell’ovaio policistico e quindi possa essere coinvolta nella nascita della malattia. È interessante notare che l’iperinsulinemia e l’insulinoresistenza hanno un ruolo centrale nell’instaurarsi della PCOS, influenzando la gravità delle caratteristiche cliniche indipendentemente dalla presenza di obesità. I meccanismi benefici della vitamina D sono soprattutto a carico della sensibilità dei recettori all’insulina e la regolazione del calcio intracellulare ed extracellulare, cruciale per le azioni insulino-mediate nei tessuti. Inoltre, la vitamina D esercita azioni antinfiammatorie.
Tuttavia, la maggior parte delle donne con PCOS è in sovrappeso o obesa: l'obesità è associata a livelli più bassi di Vitamina D, principalmente a causa del “sequestro” della vitamina da parte del tessuto adiposo. Questi dati sollevano la domanda cruciale: la carenza di vitamina D è un ulteriore fattore di rischio che aggrava l’insulinoresistenza nella PCOS, indipendentemente dall'obesità?
Quello che è stato osservato, soprattutto nelle tecniche di fecondazione assistita, è che integrare a priori non serve a nulla, ma serve solo in caso ci sia una carenza effettiva di vitamina D in quanto influisce sulla ricettività dell’endometrio.
La vitamina D è molto scarsa nell’alimentazione e se ne trovano piccole tracce nel latte, nel tuorlo d’uovo e nel salmone (che, come abbiamo visto, andrebbe comprato non proveniente da allevamento).
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Articolo scritto dal nutrizionista Roberto Uliano