Le analisi cliniche eseguite nell'ambito della medicina del lavoro possono variare in base alle specifiche esigenze e rischi presenti nell'ambiente lavorativo. Tuttavia, alcune delle analisi più comuni includono:
1. Emocromo completo: per valutare la conta dei globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, nonché la formula leucocitaria.
2. Glicemia: per monitorare il livello di zuccheri nel sangue, importante per la valutazione del diabete e la salute metabolica dei lavoratori.
3. Profilo lipidico: per valutare i livelli di colesterolo totale, HDL, LDL e trigliceridi, utili per valutare il rischio cardiovascolare dei lavoratori.
4. Funzionalità epatica: mediante dosaggi di transaminasi (GOT, GPT), gamma-glutamil transferasi (GGT), bilirubina e fosfatasi alcalina, per valutare la salute del fegato.
5. Funzionalità renale: mediante analisi di creatinina, azotemia, elettroliti (sodio, potassio, cloro), per valutare la funzionalità renale e l'equilibrio elettrolitico.
6. Esami tossicologici: per la rilevazione di sostanze tossiche o stupefacenti nel sangue o nelle urine, utili in ambienti di lavoro ad alto rischio di esposizione a sostanze nocive.
7. Esami audiometrici e oftalmologici: per valutare la funzionalità uditiva e visiva dei lavoratori, particolarmente importanti in ambienti rumorosi o con rischi di esposizione a sostanze chimiche irritanti.
8. Esami microbiologici: come tamponi faringei o test di screening per patogeni come l'Helicobacter pylori, importanti in settori dove vi è un rischio di infezioni o contaminazioni.
Queste sono solo alcune delle analisi cliniche comunemente eseguite nella medicina del lavoro, ma la gamma completa dipende dalle specifiche necessità di valutazione del rischio presenti nell'ambiente lavorativo.